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Ministero dell’Istruzione condannato a risarcire i danni da fumo passivo
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Ammonta a 395.725 euro (più spese legali) il risarcimento che il Ministero dell'Istruzione dovrà pagare ai familiari di una dipendente, ammalatasi di tumore al polmone a causa del fumo passivo respirato in ufficio per ben 7 anni.
Lo ha stabilito la IV sezione del Tribunale del Lavoro di Roma, che ha accolto le richieste avanzate dalla famiglia di Maria Sposetti.
Secondo il Tribunale, il Ministero dell’istruzione (datore di lavoro) non tutelò la salute e la sicurezza della lavoratrice, violando le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (art. 2087 c.c., Dlgs. 626/94 art. 32 Cost.).
La Sig.ra Maria Sposetti fu assunta dal Ministero nel 1980 e nel 1992 le fu diagnosticato un tumore al polmone destro. La donna fu sottoposta ad un “delicato ed invasivo intervento chirurgico” e a vari cicli di chemioterapia. Negli anni successivi Maria Sposetti fu colpita da altre patologie (bronchite asmatica, enfisema polmonare, …) e da un grave stato depressivo.
“Dall’esame istologico della massa tumorale - ha affermato il Codacons, che ha seguito la causa - è risultato che l’eziopatogenesi del tumore contratto dalla Sig.ra Sposetti, carcinoma epidermoidale, è direttamente riconducibile all’esposizione a fumo passivo[…].
La sig.ra Sposetti, che non aveva mai fumato in vita sua e non aveva avuto conviventi in famiglia dediti al fumo di sigaretta, è stata, suo malgrado, esposta per lungo tempo (7 anni) ad inquinamento da fumo passivo sul luogo di lavoro (lavorava in una angusta stanza, sprovvista di aeratori, con tre colleghe accanite fumatrici).”
Nel 2002 i familiari hanno chiesto al Tribunale civile di Roma di accertare la violazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, che ponevano a suo carico l'obbligo di tutelare la salute della dipendente Maria Sposetti dai rischi sui luoghi di lavoro e per l'effetto condannarlo al risarcimento di tutti i danni causati.
Il Giudice della IV sez. Lavoro del Tribunale civile di Roma, Dott.ssa Giuseppina Vetritto, ha accolto ieri la domanda degli eredi della sig. Sposetti condannando il Ministero a risarcire 263.725,00 euro a titolo di danno biologico e 132.000,00 a titolo di danno morale oltre alle spese di lite e della perizia d’ufficio.
“Adesso - afferma il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi - si apre la strada a migliaia di cause di risarcimento danni per quei lavoratori che hanno dovuto subire alle loro scrivanie il disagio causato dal fumo dei colleghi”.
Ammonta a 395.725 euro (più spese legali) il risarcimento che il Ministero dell'Istruzione dovrà pagare ai familiari di una dipendente, ammalatasi di tumore al polmone a causa del fumo passivo respirato in ufficio per ben 7 anni.
Lo ha stabilito la IV sezione del Tribunale del Lavoro di Roma, che ha accolto le richieste avanzate dalla famiglia di Maria Sposetti.
Secondo il Tribunale, il Ministero dell’istruzione (datore di lavoro) non tutelò la salute e la sicurezza della lavoratrice, violando le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (art. 2087 c.c., Dlgs. 626/94 art. 32 Cost.).
La Sig.ra Maria Sposetti fu assunta dal Ministero nel 1980 e nel 1992 le fu diagnosticato un tumore al polmone destro. La donna fu sottoposta ad un “delicato ed invasivo intervento chirurgico” e a vari cicli di chemioterapia. Negli anni successivi Maria Sposetti fu colpita da altre patologie (bronchite asmatica, enfisema polmonare, …) e da un grave stato depressivo.
“Dall’esame istologico della massa tumorale - ha affermato il Codacons, che ha seguito la causa - è risultato che l’eziopatogenesi del tumore contratto dalla Sig.ra Sposetti, carcinoma epidermoidale, è direttamente riconducibile all’esposizione a fumo passivo[…].
La sig.ra Sposetti, che non aveva mai fumato in vita sua e non aveva avuto conviventi in famiglia dediti al fumo di sigaretta, è stata, suo malgrado, esposta per lungo tempo (7 anni) ad inquinamento da fumo passivo sul luogo di lavoro (lavorava in una angusta stanza, sprovvista di aeratori, con tre colleghe accanite fumatrici).”
Nel 2002 i familiari hanno chiesto al Tribunale civile di Roma di accertare la violazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, che ponevano a suo carico l'obbligo di tutelare la salute della dipendente Maria Sposetti dai rischi sui luoghi di lavoro e per l'effetto condannarlo al risarcimento di tutti i danni causati.
Il Giudice della IV sez. Lavoro del Tribunale civile di Roma, Dott.ssa Giuseppina Vetritto, ha accolto ieri la domanda degli eredi della sig. Sposetti condannando il Ministero a risarcire 263.725,00 euro a titolo di danno biologico e 132.000,00 a titolo di danno morale oltre alle spese di lite e della perizia d’ufficio.
“Adesso - afferma il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi - si apre la strada a migliaia di cause di risarcimento danni per quei lavoratori che hanno dovuto subire alle loro scrivanie il disagio causato dal fumo dei colleghi”.
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