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Profili di rischio nelle attivita' di restauro

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Edilizia

20/04/2009

Disponibili sul sito Ispesl informazioni utili per la prevenzione della sicurezza nel comparto del restauro. Rischi eterogenei assimilabili ai comparti chimici ed edili con un elevato rischio di tipo muscolo-scheletrico e posturale.

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La banca dati dei "Profili di Rischio di Comparto" dell’Ispesl raccoglie le informazioni sui rischi in ogni singola fase del ciclo produttivo di un gran numero di attività.
Uno degli ultimi Ricerca sulla Prevenzione e Gestione del Rischio nelle Attività di Restauro” che l’Ispesl ha approvato e finanziato al CEFME, Centro per la Formazione delle Maestranze Edili ed Affini di Roma e Provincia, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica “G. Sanarelli” dell’Università di Roma Sapienza.

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Tra i problemi riscontrati nella ricerca c’è “la difficoltà di adeguarsi ai requisiti stabiliti dalla legge in materia di formazione e qualifica professionale: infatti la scarsa presenza di Scuole riconosciute dal Ministero dei Beni Culturali costringe la maggioranza dei potenziali Restauratori a seguire percorsi formativi meno rispondenti e qualificanti”.
Riguardo poi il tema della sicurezza nel restauro si evidenzia che le attività di restauro sono soggette a una molteplicità eterogenea di opere - dal palazzo storico ai reperti archeologici, dai tessuti alle stampe o alle opere in metallo – e in contesti ambientali diversi (scavi, ponteggi, musei,…). Dunque i rischi relativi alla sicurezza sono diversi e “difficili da circoscrivere”.
 
Inoltre si è riscontrato anche che molti restauratori di fronte alla “scomodità” di lavorare con i dispositivi di protezione individuali per periodi di tempo, a volte anche molto lunghi, evitano di attenersi alle direttive. Questo è dovuto anche al fatto che “non esistendo ancora una specifica valutazione del rischio nelle attività di restauro, si applicano le protezioni che sono proprie di altri settori e che spesso non sono idonee per le tipiche esigenze professionali e manuali dei Restauratori”.
 
Dai questionari si rileva l’esigenza dei restauratori di “essere informati e costantemente aggiornati sui nuovi prodotti di minore tossicità esistenti in commercio” e la necessità della presenza, ai fini di protezione e prevenzione, di una figura di coordinamento del restauro  e di una figura responsabile della sicurezza.
 
I rischi identificabili in questo settore sono simili a quelli che si riscontrano nei comparti chimico/analisi chimiche ed edilizia abitativa, con la specificità di un elevato rischio di tipo muscolo-scheletrico e posturale (spesso il restauratore opera in condizioni lavorative particolari ed estreme).
La ricerca sottolinea inoltre la presenza di un elevato rischio di natura psico-sociale determinato da stress lavoro-correlato per la presenza di diversi fattori. Tra questi il rapporto tra la quantificazione della sicurezza della vita umana rispetto alla “sicurezza” del bene da restaurare.
 
Nel profilo di rischio del comparto sono dunque evidenziati rischi di tipo:
- fisico;
- microbiologico;
- rischi lavorativi di malattie osteoarticolari;
- rischi da stress. 
 
 
 
Ispesl, Profili di rischio nel settore Restauro(formato PDF, 113 kB).
 
 
Tiziano Menduto


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