Il convegno, per il quale sono ora disponibili gli atti relativi agli interventi, era rivolto ai Responsabili Qualità, Responsabili Sicurezza e Ambiente, Responsabili Supply Chain e Operations, Responsabili Acquisti e Risk Managers di aziende operanti direttamente nel settore chimico e di aziende che utilizzano nei propri processi produttivi
sostanze e preparati chimici.
Si proponeva di illustrare i fondamenti del Regolamento, i passi successivi alla pre-registrazione e le fasi del processo di registrazione (SIEF, Testing, preparazione fascicolo di registrazione, ecc.), i rischi che le imprese dovranno fronteggiare in conseguenza dell’applicazione del Regolamento e le soluzioni di controllo e trasferimento dei rischi applicabili.
Nell’intervento “REACH – Quali rischi per le imprese?” del Dott. Marco Bonazzi, Risk Consultant di Marsh Risk Consulting, si affrontano tre temi in particolare.
I primi due hanno attinenza diretta con il
regolamento REACH e raccontano la genesi del regolamento, i suoi principi, le tempistiche, le definizioni e, in particolare, i rischi connessi alla sua applicazione.
Ad esempio il rischio dell’indisponibilità di una sostanza o preparato se il produttore si dimentica di effettuare la
pre-registrazione o della “mancanza di materie prime o di intermedi di lavorazione se nell’ambito della valutazione dei dossier di registrazione vengono stabilite misure restrittive sull’utilizzo di determinate sostanze chimiche”. O ancora i “rischi per la proprietà intellettuale dovuti alla diffusione di informazioni riservate sui processi produttivi”.
L’ultimo tema trattato è relativo al ruolo di Marsh Risk Consulting.
L’intervento “REACH: elementi principali e stato dell’arte allo scadere della fase di pre-registrazione”, della Dott.ssa Federica Ceccarelli, Esperto Helpdesk Nazionale REACH - Ministero dello Sviluppo Economico, oltre a presentare il regolamento come “il più grande intervento legislativo sulla chimica europea portato mai a termine” e sottolineare il suo continuo sviluppo (una revisione ci sarà già entro il primo giugno 2014), affronta le problematiche della pre-registrazione, tema che PuntoSicuro approfondirà in un prossimo articolo.
Ricordiamo che la
pre-registrazione interessa a tutte le
aziende che svolgono una delle seguenti attività:
- “fabbricano sostanze (comprese sostanze intermedie isolate) all’interno dell’UE in quantitativi pari o superiori a 1 tonn/anno;
- importano sostanze in quanto tali o come componenti di un preparato, in quantitativi pari o superiori a 1 tonn/anno, da Paesi Extra-UE;
- importano articoli contenenti sostanze intese essere rilasciate in condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili e presenti in tali articoli in quantitativi pari o superiori a 1 tonnellata l’anno”.
La Dott.ssa Ceccarelli ricorda anche che “le aziende che fabbricano sostanze, formulano preparati o producono articoli al di fuori dell’UE non possono pre-registrare le sostanze”, ma “possono eventualmente nominare un rappresentante esclusivo stabilito nell’ Unione Europea per effettuare la pre-registrazione di tali sostanze importate nell’UE”.
Nell’intervento “
Strategie per la selezione e la programmazione dei test di laboratorio”, dell’Ing. Chiara Porcelli di Project Manager Pharma –
Eurofins Biolab, si affronta invece in specifico il funzionamento del REACH, i test richiesti dal regolamento e le strategie migliori per prepararsi a questi.
L’intervento “
PPG REACH Road Map: gestire la sfida”, a cura dell’Ing. Aniello Rizzo (Director REACH & Regulatory Affairs –
PPG Industries), prende in esame diversi temi. Presenta, ad esempio, il regolamento, lo scenario che disegna, i principali attori che mette in campo e le implicazioni legali che ne derivano.
Infine “
REACH – Dal regolamento alla Polizza SISTEMA”, intervento del Dott. Riccardo Tacconi di
HDI-Gerling Industrie Versicherung AG, affronta alcuni temi cardini partendo dalla situazione di partenza e dagli obiettivi del
REACH:
- “protezione della salute umana e dell’ambiente;
- difesa e rafforzamento della competitività dell’industria chimica europea;
- prevenzione della frammentazione del mercato interno;
- aumentata trasparenza;
- integrazione con i lavori internazionali;
- promozione di test non su animali;
- conformità agli obblighi UE in ambito WTO”.
L’intervento arriva poi al problema dell’informazione, “perno del sistema di responsabilità civile” e ai suoi elementi fondamentali: “la scheda di sicurezza e, laddove richieste, la relazione sulla sicurezza chimica e lo scenario di esposizione”.
Dal testo del documento agli atti si ricava che “la documentazione, richiesta dal REACH, ha un valore fondamentale ai fini della prova liberatoria in tema di
Responsabilità civile, anche alla luce dei parametri fissati dal nuovo Testo Unico sulle salute e la sicurezza del lavoro (
D.L. 81/2008)”.
Inoltre “tutto il sistema giuridico di responsabilità, gravante sull’imprenditore, sia nella sua veste di datore di lavoro che di produttore, è un sistema di responsabilità presunta, che richiede una prova liberatoria onerosa, impossibile da raggiungere, se esistono carenze nella documentazione richiesta dalla legge (ivi compreso il regolamento REACH)”.
L’intervento continua analizzando nel dettaglio i possibili “REACH-sinistri”, con diversi esempi esplicativi, e presentando una polizza assicurativa per la copertura dei danni patrimoniali a terzi, derivanti da carenze nella preparazione, redazione e gestione della documentazione richiesta dal REACH.