Mortali
E’
stabile invece il numero dei morti sul lavoro in Emilia-Romagna (112 nel 2008 - dato al 30 aprile 2009 - erano 113 nel 2007), nonostante il calo degli incidenti mortali "in itinere" (tragitto casa lavoro e lavoro casa), che passano in un anno da 35 a 28. Si segnala però un
incremento (da 35 a 40) dei decessi dovuti alla circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori e addetti alla manutenzione stradale). Da sottolineare pertanto l’incidenza degli infortuni mortali causati dalla circolazione stradale: nel 2008 su 112 infortuni mortali 68 sono infortuni in itinere e infortuni stradali in occasione di lavoro (60,7% del totale).
Il
dato nazionale vede invece una diminuzione più consistente delle morti bianche e per la prima volta dal dopoguerra il numero dei morti per infortunio sul lavoro è sceso al di sotto della soglia dei 1.200 attestandosi a 1.120.
Nell’Industria e Servizi si registra un trend negativo per i casi mortali: le Industrie manifatturiere passano da 21 a 28 mentre calano nelle
Costruzioni (da 24 a 20) e nel Commercio (da 13 a 5) .
A livello locale il calo delle morti bianche si è verificato nella provincia di Bologna, Forlì Modena, Parma e Reggio Emilia (rispettivamente -6,-4,-1,-3,-12 casi in meno).
In controtendenza troviamo la provincia di Ferrara (11 casi in più di cui 9 sono infortuni stradali in occasione di lavoro), Piacenza (+6), Ravenna (+4) e Rimini (+4).
Malattie professionali
Anche nel 2008 in Emilia Romagna, per effetto delle attività di promozione dell’emersione del fenomeno, le
malattie professionali hanno registrato un incremento costante in controtendenza con il trend degli infortuni. Il numero complessivo di denunce è stato di
4.421 con
un aumento del 15,7 % (nel settore Industria e Servizi). Le mp in Emilia Romagna rappresentano il 14,8% di quelle denunciate a livello nazionale.
Nella Gestione Industria e Servizi su 4.144 malattie denunciate solo 210 sono quelle
tabellate, mentre quelle non tabellate sono 3.669.
Nell’ambito delle mp le più frequenti sono le tendiniti (37%), le affezioni dischi intervertebrali (15%), le ipoacusie (13%) e le sindromi del tunnel carpale (10%).
Infortuni e lavoratori stranieri (extracomunitari e comunitari)
Si segnala un
incremento degli infortuni sia a livello nazionale +2%, che regionale +2,9%, dato in controtendenza rispetto all’andamento generale degli infortuni per cui si è registrato un calo.
In relazione al paese di nascita dei
lavoratori stranieri, le Nazioni ai primi posti nella graduatoria in regione degli infortuni denunciati sono: Marocco, Romania, Albania e Tunisia.
Frequenze relative di infortunio
L’analisi dell’ultimo triennio consolidato (2004-2006) fa registrare a livello regionale un calo del 4,5% delle frequenze di accadimento di infortunio anche se il dato è comunque superiore alla media nazionale.
Tra le province con la maggiore frequenza infortunistica segnaliamo Forlì, Reggio Emilia e Ravenna.
I settori più a rischio sono: Industria Legno, Industria metalli, Industria trasformazione,
Pesca e Costruzioni.
Rapporti di gravità
Nel triennio 2004/2006 le tre province che presentano le conseguenze più gravi a seguito di infortunio sono le stesse con la maggior frequenza di accadimento (Forlì, Reggio Emilia e Ravenna).
I settori che riportano le conseguenze più gravi sono: Costruzioni, Trasporti e
Industria Legno.
Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Emilia Romagna (formato PDF, 701 kB).
Le slide con i dati statistici (formato .ppt, 307 kB).