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Toscana
Nel 2008 in Toscana il numero degli incidenti sul lavoro è stato di 69.198 casi contro i 72.212 dell'anno precedente, con un calo del 4,0% in linea con quello registrato a livello nazionale (-4,1%).
Più precisamente dei 69.198 infortuni 61.245 si sono verificati "in occasione di lavoro" e 7.953 "in itinere".
Il settore che ha registrato il maggiore calo di infortuni è stato quello delle costruzioni (-13,4%), per contro nel medesimo settore sono avvenuti più infortuni mortali (16 casi di cui 3 accaduti nel cantiere della variante di valico). Altro settore con forte incremento di casi mortali è stato quello dei trasporti dove si è passati dai 4 eventi del 2007 ai 14 del 2008.
L'andamento infortunistico negli ultimi cinque anni è comunque in costante diminuzione e questo fa ben sperare per il futuro. I controlli funzionano sempre meglio, la consapevolezza da parte delle imprese sulla necessità di investire in sicurezza è sempre maggiore.
Si deve tenere conto nell'analisi del fenomeno dell'indice di frequenza infortunistica rispetto alle ore lavorate. La Toscana ha un indice di 108,9 che si pone poco al di sopra della media nazionale che è di 100.
In Toscana sono state adottate misure incisive per contrastare il doloroso fenomeno degli infortuni sul lavoro su diversi fronti e in sinergia tra gli enti proposti come ad es. campagne di vigilanza straordinaria nei cantieri edili, campagne di formazione/informazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, importanti protocolli per azioni positive nei settori più rischiosi,osservatori infortuni, tutte iniziative che hanno come obiettivo anche quello di creare una cultura alla sicurezza che si sostanzi sempre più in una cultura alla vita.
Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Toscana (formato PDF, 313 kB).
Lazio
Nel 2008 nella nostra regione sono stati denunciati n. 57.924 infortuni con una lieve flessione rispetto al 2007 (57994 infortuni denunciati) che, in termini numerici rappresenta uno -0,12 % ma tradotta in termini umani significa che 70 lavoratori e le loro famiglie non hanno subito traumi e continuano a condurre una normale esistenza.
Tale dato assume maggiore significatività se ricondotto al quadro macro-economico ed occupazionale della regione, il Lazio, infatti, nel 2008 ha registrato, in termini di forza lavoro, rispetto all'anno precedente, un aumento sensibile pari al +2,6% a fronte di un dato Italia attestatosi al + 1,5%. In totale, nel settore industria e servizi si sono registrati complessivamente per il 2008 n. 52.680 infortuni, rispetto ai 52.901 del 2007, con una riduzione percentuale del -0,4%.
In particolare, il settore con il maggior calo di infortuni è stato quello manifatturiero con un -9% rispetto al 2007. Anche il settore delle costruzioni ha fatto registrare una riduzione del -7,4%. Il trend in riduzione è confermato anche nel settore dell'agricoltura, ove nel 2008 si sono verificati n. 2014 infortuni, contro i 2094 del 2007, con una flessione del - 3,8%.
Il focus a livello delle singole province conferma per i territori di Rieti, (2,6%) Frosinone (-3,5%) e Viterbo (-3,1%) una contrazione del fenomeno, per quello di Latina un aumento del 2% mentre quello di Roma presenta una situazione pressoché stazionaria con un lieve incremento dello 0,3%.
Gli infortuni mortali
Per quanto riguarda gli infortuni mortali si evidenzia che i casi denunciati nel 2008 sono stati 78 a fronte dei 100 accaduti nel 2007.
Peraltro, a differenza di quanto rilevato per gli infortuni non mortali, per quelli mortali la diminuzione registrata ha interessato sia gli eventi in occasione di lavoro che quelli in itinere. Va comunque rilevato che 48 delle 78 morti bianche della regione sono avvenute a causa della strada (23 infortuni in occasione di lavoro da circolazione stradale e 25 infortuni in itinere). La lettura del dato porta a ricercare strategie ed operare sinergie con i soggetti deputati alla sicurezza della strada, in una logica: complessiva di tutela del bene della vita.
La provincia che porta la maglia nera degli infortuni mortali è, per ovvie ragioni, quella di Roma, a causa dell'elevata concentrazione della popolazione lavorativa della regione (72%), seguita da Frosinone (14), Viterbo (10) e Latina (7) e Rieti con una sola morte sul lavoro registrata nel 2008.
Infortuni "stranieri"
Nel 2008, in Italia, gli eventi infortunistici accaduti a lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4% del totale. Gli immigrati, inoltre, continuano a presentare un'incidenza infortunistica più elevata rispetto ai colleghi italiani: 44 casi ogni 1.000 occupati, contro i 39 degli italiani. I fattori di rischio associati al tipo di lavoro svolto dall'immigrato possono essere ricondotti al fatto che gli immigrati sono spesso adibiti ai lavori più pericolosi e più faticosi. La scarsa comprensione della lingua, costituisce, senza dubbio, un fattore importante che porta a una minore consapevolezza e percezione del pericolo.
Anche nel Lazio gli eventi infortunistici subiti dai lavoratori stranieri nel 2008 registrano un aumento, in controtendenza rispetto agli infortuni dei lavoratori italiani, passando a 5594 casi denunciati rispetto ai 5170 del 2007.
La popolazione straniera che ha subito il maggior numero di infortuni è quella rumena, anche in considerazione della loro maggiore presenza sul territorio. I dati statistici evidenziano 1871 casi, pari al 33% del totale di eventi denunciati. Seguono gli Albanesi (251) e i Polacchi (247) che si attestano entrambi su una percentuale di circa il 5%.
Per quanto riguarda, invece, gli infortuni mortali occorsi a lavoratori stranieri si conferma, in linea con il dato dei lavoratori italiani, una riduzione del numero dei casi, pari circa a -27%, che passano dai 19 del 2007 ai 14 del 2008. Sono sempre i Rumeni a subire il bilancio più grave con 6 infortuni mortali, che rappresentano circa il 45% del dato totale.
L'andamento delle malattie professionali
L'anno 2008 è stato caratterizzato dall'evoluzione normativa sulla tutela delle malattie professionali. Con il D.M. 09.04.08, molte fattispecie che prima venivano trattate quali entità non tabellate sono confluite nelle tabelle, realizzandosi così il riconoscimento dell'evoluzione del mondo lavorativo e dei suoi rischi.
Come ben sappiamo, alcune delle classiche malattie tabellate sono andate nel tempo via via riducendosi per le modifiche del mondo del lavoro e per gli interventi di prevenzione adottati, tanto da indurre a ritenere, oggi, che poche patologie derivino direttamente ed esclusivamente da un rischio lavorativo specifico.
Lo scenario attuale delle malattie professionali, infatti, evidenzia come emergano le patologie cronico-degenerative ed i tumori, pur trattandosi, queste, di fattispecie per le quali possano essere invocati criteri di multifattorialità.
Sono stati, quindi, introdotti i principi di concausalità e suscettibilità personale per spiegare come ancora oggi ci si può ammalare di lavoro, anche a fronte del miglioramento della tutela del lavoratore.
I tempi di latenza tra esposizione e manifestazione delle malattie, i tempi legati all'iter di riconoscimento delle stesse come di natura professionale, nonché i mutamenti dello scenario lavorativo (crisi economica, diminuzione delle risorse umane impiegate) non consentono un'analisi limitata temporalmente all'anno di riferimento del 2008, ma necessitano un raffronto storico e critico del fenomeno delle malattie professionali, tenuto conto anche del passaggio di alcune, da fattispecie non tabellate a entità oggi ricomprese nelle tabelle di legge.
Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Lazio (formato PDF, 4.5 MB).
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Rapporti Regionali Inail 2008: Toscana e Lazio
Toscana
Nel 2008 in Toscana il numero degli incidenti sul lavoro è stato di 69.198 casi contro i 72.212 dell'anno precedente, con un calo del 4,0% in linea con quello registrato a livello nazionale (-4,1%).
Più precisamente dei 69.198 infortuni 61.245 si sono verificati "in occasione di lavoro" e 7.953 "in itinere".
Per quanto riguarda gli infortuni con esiti mortali purtroppo il dato in Toscana si pone in controtendenza rispetto a quello nazionale. In Italia, infatti, si registra un decremento pari al 7,2% mentre in Toscana i casi mortali sono passati dai 70 del 2007 ai 79 del 2008 (+17%).
La provincia più virtuosa è stata quella di Siena con un decremento del 7,1%, mentre Pistoia è in controtendenza con un aumento di casi pari al 2,5%.
Tutti i settori di attività hanno registrato un decremento degli eventi infortunistici: la gestione agricoltura registra un -8,2%;la gestione industria e servizi un -4,2%; la gestione per conto stato -0,5% .
La provincia più virtuosa è stata quella di Siena con un decremento del 7,1%, mentre Pistoia è in controtendenza con un aumento di casi pari al 2,5%.
Tutti i settori di attività hanno registrato un decremento degli eventi infortunistici: la gestione agricoltura registra un -8,2%;la gestione industria e servizi un -4,2%; la gestione per conto stato -0,5% .
Il settore che ha registrato il maggiore calo di infortuni è stato quello delle costruzioni (-13,4%), per contro nel medesimo settore sono avvenuti più infortuni mortali (16 casi di cui 3 accaduti nel cantiere della variante di valico). Altro settore con forte incremento di casi mortali è stato quello dei trasporti dove si è passati dai 4 eventi del 2007 ai 14 del 2008.
L'andamento infortunistico negli ultimi cinque anni è comunque in costante diminuzione e questo fa ben sperare per il futuro. I controlli funzionano sempre meglio, la consapevolezza da parte delle imprese sulla necessità di investire in sicurezza è sempre maggiore.
Si deve tenere conto nell'analisi del fenomeno dell'indice di frequenza infortunistica rispetto alle ore lavorate. La Toscana ha un indice di 108,9 che si pone poco al di sopra della media nazionale che è di 100.
In Toscana sono state adottate misure incisive per contrastare il doloroso fenomeno degli infortuni sul lavoro su diversi fronti e in sinergia tra gli enti proposti come ad es. campagne di vigilanza straordinaria nei cantieri edili, campagne di formazione/informazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, importanti protocolli per azioni positive nei settori più rischiosi,osservatori infortuni, tutte iniziative che hanno come obiettivo anche quello di creare una cultura alla sicurezza che si sostanzi sempre più in una cultura alla vita.
Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Toscana (formato PDF, 313 kB).
Lazio
Nel 2008 nella nostra regione sono stati denunciati n. 57.924 infortuni con una lieve flessione rispetto al 2007 (57994 infortuni denunciati) che, in termini numerici rappresenta uno -0,12 % ma tradotta in termini umani significa che 70 lavoratori e le loro famiglie non hanno subito traumi e continuano a condurre una normale esistenza.
Tale dato assume maggiore significatività se ricondotto al quadro macro-economico ed occupazionale della regione, il Lazio, infatti, nel 2008 ha registrato, in termini di forza lavoro, rispetto all'anno precedente, un aumento sensibile pari al +2,6% a fronte di un dato Italia attestatosi al + 1,5%. In totale, nel settore industria e servizi si sono registrati complessivamente per il 2008 n. 52.680 infortuni, rispetto ai 52.901 del 2007, con una riduzione percentuale del -0,4%.
In particolare, il settore con il maggior calo di infortuni è stato quello manifatturiero con un -9% rispetto al 2007. Anche il settore delle costruzioni ha fatto registrare una riduzione del -7,4%. Il trend in riduzione è confermato anche nel settore dell'agricoltura, ove nel 2008 si sono verificati n. 2014 infortuni, contro i 2094 del 2007, con una flessione del - 3,8%.
Il focus a livello delle singole province conferma per i territori di Rieti, (2,6%) Frosinone (-3,5%) e Viterbo (-3,1%) una contrazione del fenomeno, per quello di Latina un aumento del 2% mentre quello di Roma presenta una situazione pressoché stazionaria con un lieve incremento dello 0,3%.
Gli infortuni mortali
Per quanto riguarda gli infortuni mortali si evidenzia che i casi denunciati nel 2008 sono stati 78 a fronte dei 100 accaduti nel 2007.
Peraltro, a differenza di quanto rilevato per gli infortuni non mortali, per quelli mortali la diminuzione registrata ha interessato sia gli eventi in occasione di lavoro che quelli in itinere. Va comunque rilevato che 48 delle 78 morti bianche della regione sono avvenute a causa della strada (23 infortuni in occasione di lavoro da circolazione stradale e 25 infortuni in itinere). La lettura del dato porta a ricercare strategie ed operare sinergie con i soggetti deputati alla sicurezza della strada, in una logica: complessiva di tutela del bene della vita.
La provincia che porta la maglia nera degli infortuni mortali è, per ovvie ragioni, quella di Roma, a causa dell'elevata concentrazione della popolazione lavorativa della regione (72%), seguita da Frosinone (14), Viterbo (10) e Latina (7) e Rieti con una sola morte sul lavoro registrata nel 2008.
Infortuni "stranieri"
Nel 2008, in Italia, gli eventi infortunistici accaduti a lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4% del totale. Gli immigrati, inoltre, continuano a presentare un'incidenza infortunistica più elevata rispetto ai colleghi italiani: 44 casi ogni 1.000 occupati, contro i 39 degli italiani. I fattori di rischio associati al tipo di lavoro svolto dall'immigrato possono essere ricondotti al fatto che gli immigrati sono spesso adibiti ai lavori più pericolosi e più faticosi. La scarsa comprensione della lingua, costituisce, senza dubbio, un fattore importante che porta a una minore consapevolezza e percezione del pericolo.
Anche nel Lazio gli eventi infortunistici subiti dai lavoratori stranieri nel 2008 registrano un aumento, in controtendenza rispetto agli infortuni dei lavoratori italiani, passando a 5594 casi denunciati rispetto ai 5170 del 2007.
La popolazione straniera che ha subito il maggior numero di infortuni è quella rumena, anche in considerazione della loro maggiore presenza sul territorio. I dati statistici evidenziano 1871 casi, pari al 33% del totale di eventi denunciati. Seguono gli Albanesi (251) e i Polacchi (247) che si attestano entrambi su una percentuale di circa il 5%.
Per quanto riguarda, invece, gli infortuni mortali occorsi a lavoratori stranieri si conferma, in linea con il dato dei lavoratori italiani, una riduzione del numero dei casi, pari circa a -27%, che passano dai 19 del 2007 ai 14 del 2008. Sono sempre i Rumeni a subire il bilancio più grave con 6 infortuni mortali, che rappresentano circa il 45% del dato totale.
L'andamento delle malattie professionali
L'anno 2008 è stato caratterizzato dall'evoluzione normativa sulla tutela delle malattie professionali. Con il D.M. 09.04.08, molte fattispecie che prima venivano trattate quali entità non tabellate sono confluite nelle tabelle, realizzandosi così il riconoscimento dell'evoluzione del mondo lavorativo e dei suoi rischi.
Come ben sappiamo, alcune delle classiche malattie tabellate sono andate nel tempo via via riducendosi per le modifiche del mondo del lavoro e per gli interventi di prevenzione adottati, tanto da indurre a ritenere, oggi, che poche patologie derivino direttamente ed esclusivamente da un rischio lavorativo specifico.
Lo scenario attuale delle malattie professionali, infatti, evidenzia come emergano le patologie cronico-degenerative ed i tumori, pur trattandosi, queste, di fattispecie per le quali possano essere invocati criteri di multifattorialità.
Sono stati, quindi, introdotti i principi di concausalità e suscettibilità personale per spiegare come ancora oggi ci si può ammalare di lavoro, anche a fronte del miglioramento della tutela del lavoratore.
I tempi di latenza tra esposizione e manifestazione delle malattie, i tempi legati all'iter di riconoscimento delle stesse come di natura professionale, nonché i mutamenti dello scenario lavorativo (crisi economica, diminuzione delle risorse umane impiegate) non consentono un'analisi limitata temporalmente all'anno di riferimento del 2008, ma necessitano un raffronto storico e critico del fenomeno delle malattie professionali, tenuto conto anche del passaggio di alcune, da fattispecie non tabellate a entità oggi ricomprese nelle tabelle di legge.
Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Lazio (formato PDF, 4.5 MB).
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