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Nel 2004, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Banca Mondiale hanno realizzato il Rapporto Mondiale sulla prevenzione degli incidenti stradali, per sottolineare l’enorme impatto che hanno gli incidenti stradali e per suggerire raccomandazioni ai paesi membri.
Nel 2008 l’OMS ha avviato un’indagine per valutare la situazione della sicurezza stradale a livello mondiale e per determinare in che misura le raccomandazioni del Rapporto Mondiale fossero state implementate da ogni nazione; l’indagine si è avvalsa di un questionario standardizzato, somministrato ai rappresentanti dei settori della sanità, dei trasporti, della giustizia e della scuola, sia istituzionali che appartenenti ad organizzazioni non governative. Il risultato è stata la pubblicazione del “Global status report on road safety”, che riassume la situazione della sicurezza stradale a livello mondiale, mentre il rapporto “European status report on road safety. Towards safer roads and healthier transport” è la versione europea, ha coinvolto 49 Paesi membri su 53 e copre circa il 99% della popolazione europea.
World report on road traffic injury prevention (2004)
Global status report on road safety (2009)
European status report on road safety. Towards safer roads and healthier transport (2009) (formato PDF, 5.02 MB). Fonte: Dors.
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Rapporto 2009 sulla sicurezza stradale in Europa
Nel 2004, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Banca Mondiale hanno realizzato il Rapporto Mondiale sulla prevenzione degli incidenti stradali, per sottolineare l’enorme impatto che hanno gli incidenti stradali e per suggerire raccomandazioni ai paesi membri.
Nel 2008 l’OMS ha avviato un’indagine per valutare la situazione della sicurezza stradale a livello mondiale e per determinare in che misura le raccomandazioni del Rapporto Mondiale fossero state implementate da ogni nazione; l’indagine si è avvalsa di un questionario standardizzato, somministrato ai rappresentanti dei settori della sanità, dei trasporti, della giustizia e della scuola, sia istituzionali che appartenenti ad organizzazioni non governative. Il risultato è stata la pubblicazione del “Global status report on road safety”, che riassume la situazione della sicurezza stradale a livello mondiale, mentre il rapporto “European status report on road safety. Towards safer roads and healthier transport” è la versione europea, ha coinvolto 49 Paesi membri su 53 e copre circa il 99% della popolazione europea.
Alcuni dati
I dati che emergono dal rapporto sono allarmanti: ogni anno in Europa gli incidenti su strada causano 120.000 morti e 2.4 milioni di feriti e sono la prima causa di morte fra gli adolescenti e i giovani. Esistono forti disuguaglianze in Europa rispetto al numero di incidenti stradali, con tassi di mortalità doppi nei paesi a medio–basso reddito, rispetto ai paesi ad alto reddito: inoltre il tasso di mortalità nei paesi dell’ex Unione sovietica è quattro volte superiore a quello nei paesi del Nord Europa.
Gli utenti deboli della strada, pedoni, ciclisti, e motociclisti, costituiscono il 39% delle vittime in caso di incidente stradale e hanno anche una più alta probabilità di riportare lesioni, mentre la proporzione di pedoni vittime della strada è più elevata nei paesi dell’Est.
L’impatto economico che hanno gli incidenti stradali, sul sistema sanitario, per trattare i feriti e i disabili è enorme e rappresenta il 3% del prodotto interno lordo.
Le strategie nazionali e le leggi vigenti
Circa un terzo dei paesi europei coinvolti nell’indagine non hanno una strategia nazionale basata su un approccio mutisettoriale, che è quello che risulta il più efficace per affrontare il problema degli incidenti stradali; inoltre i paesi che hanno un piano strategico per la prevenzione, spesso non sono in grado di fissare obiettivi misurabili e valutabili.
Numerosi sono i paesi che hanno misure legislative insufficienti per controllare la velocità nelle aree urbane, la guida in stato di ebbrezza e l’uso di caschi, cinture di sicurezza e seggiolini per il trasporto dei bimbi; anche i paesi con una normativa chiara spesso non la applicano in modo efficace, mancando di fare ricorso ad opportune misure di enforcement.
Politiche inerenti la mobilità sostenibile
Per ciò che riguarda la promozione di mezzi di trasporto alternativi, la bicicletta, gli spostamenti a piedi, l’uso di mezzi pubblici, solo un terzo dei Paesi coinvolti nell’indagine ha implementato delle politiche nazionali; sono ancora meno i paesi che hanno introdotto misure adeguate per utilizzare e gestire nel modo migliore l’auto privata. Si tratta di grave problema soprattutto per i danni connessi alla mancanza di attività fisica e all’inquinamento ambientale.
Alcune linee di azione su cui impegnarsi
- Contrastare le disuguaglianze nel numero di morti per incidenti stradali fra paesi ricchi e paesi poveri
- Garantire una migliore protezione agli utenti deboli della strada
- Implementare strategie multisettoriali con una chiarezza di intenti e responsabilità condivise
- Migliorare la normativa in materia di sicurezza stradale e applicare misure di enforcement più efficaci
- Potenziare le politiche volte alla mobilità sostenibile e all’uso di mezzi di trasporto alternativi.
I dati che emergono dal rapporto sono allarmanti: ogni anno in Europa gli incidenti su strada causano 120.000 morti e 2.4 milioni di feriti e sono la prima causa di morte fra gli adolescenti e i giovani. Esistono forti disuguaglianze in Europa rispetto al numero di incidenti stradali, con tassi di mortalità doppi nei paesi a medio–basso reddito, rispetto ai paesi ad alto reddito: inoltre il tasso di mortalità nei paesi dell’ex Unione sovietica è quattro volte superiore a quello nei paesi del Nord Europa.
Gli utenti deboli della strada, pedoni, ciclisti, e motociclisti, costituiscono il 39% delle vittime in caso di incidente stradale e hanno anche una più alta probabilità di riportare lesioni, mentre la proporzione di pedoni vittime della strada è più elevata nei paesi dell’Est.
L’impatto economico che hanno gli incidenti stradali, sul sistema sanitario, per trattare i feriti e i disabili è enorme e rappresenta il 3% del prodotto interno lordo.
Le strategie nazionali e le leggi vigenti
Circa un terzo dei paesi europei coinvolti nell’indagine non hanno una strategia nazionale basata su un approccio mutisettoriale, che è quello che risulta il più efficace per affrontare il problema degli incidenti stradali; inoltre i paesi che hanno un piano strategico per la prevenzione, spesso non sono in grado di fissare obiettivi misurabili e valutabili.
Numerosi sono i paesi che hanno misure legislative insufficienti per controllare la velocità nelle aree urbane, la guida in stato di ebbrezza e l’uso di caschi, cinture di sicurezza e seggiolini per il trasporto dei bimbi; anche i paesi con una normativa chiara spesso non la applicano in modo efficace, mancando di fare ricorso ad opportune misure di enforcement.
Politiche inerenti la mobilità sostenibile
Per ciò che riguarda la promozione di mezzi di trasporto alternativi, la bicicletta, gli spostamenti a piedi, l’uso di mezzi pubblici, solo un terzo dei Paesi coinvolti nell’indagine ha implementato delle politiche nazionali; sono ancora meno i paesi che hanno introdotto misure adeguate per utilizzare e gestire nel modo migliore l’auto privata. Si tratta di grave problema soprattutto per i danni connessi alla mancanza di attività fisica e all’inquinamento ambientale.
Alcune linee di azione su cui impegnarsi
- Contrastare le disuguaglianze nel numero di morti per incidenti stradali fra paesi ricchi e paesi poveri
- Garantire una migliore protezione agli utenti deboli della strada
- Implementare strategie multisettoriali con una chiarezza di intenti e responsabilità condivise
- Migliorare la normativa in materia di sicurezza stradale e applicare misure di enforcement più efficaci
- Potenziare le politiche volte alla mobilità sostenibile e all’uso di mezzi di trasporto alternativi.
World report on road traffic injury prevention (2004)
Global status report on road safety (2009)
European status report on road safety. Towards safer roads and healthier transport (2009) (formato PDF, 5.02 MB).
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Rispondi Autore: Daniele Degl'Innocenti - likes: 0 | 30/09/2021 (11:01:15) |
Buongiorno, vorrei sapere se è obbligatorio il cicalino di retromarcia sui mezzi pesanti visto tutti gli ultimi infortuni anche mortali. Grazie, cordiali saluti. |