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Se un recente convegno, relativo al tema della bicicletta, ha sottolineato che l’uso di questo mezzo di trasporto negli ultimi 10 anni è aumentato del 150%, siamo autorizzati a pensare che la bicicletta stia diventando un mezzo sempre più utilizzato anche per recarsi al lavoro.
Non è una caso, infatti, che la Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) abbia lanciato qualche mese fa una petizione, collegata ad una proposta di legge, per risolvere un paradosso: chi usa la bicicletta per andare ogni giorno al lavoro, in caso di incidenti in "itinere", è penalizzato rispetto al pedone o all'utente del mezzo pubblico.
L’uso della bicicletta, come scritto spesso dalla Fiab e ora anche nelle delibere di diversi Comuni:
- è socialmente utile e meritevole, poiché migliora l’ambiente e contribuisce a diminuire il traffico;
- può essere “necessitato” da motivi personali ed economici importanti (risparmio e maggior velocità);
- contribuisce a rendere meno affollato il servizio di trasporto pubblico.
Tuttavia, al di là degli incidenti che possono avvenire sulle strade, la sicurezza della bicicletta come mezzo di trasporto dipende anche dall’acquisto di mezzi sicuri, stabili, resistenti.
Oggi tutto questo, insieme ad altri importanti elementi di sicurezza, può essere garantito e verificabile da alcuni numeri stampati sulle etichette delle bici che acquistiamo.
In Europa si stanno infatti diffondendo sempre di più le "biciclette europee a norma", progettate e costruite secondo le nuove norme europee UNI.
Le norme sono:
UNI EN 14764 "Biciclette da città e da trekking - Requisiti di sicurezza e metodi di prova"
UNI EN 14765 "Biciclette da ragazzo - Requisiti di sicurezza e metodi di prova"
UNI EN 14766 "Mountain bike - Requisiti di sicurezza e metodi di prova"
UNI EN 14781 "Biciclette da corsa - Requisiti di sicurezza e metodi di prova"
Queste norme, che PuntoSicuro ha già presentato e che rappresentano una grande innovazione per il settore, specificano infatti i requisiti per progettare biciclette più sicure - aumentando il livello qualitativo medio di questi prodotti - e definiscono le prove da applicare ai singoli componenti e alla bicicletta completa al fine di valutarne la resistenza e la durabilità.
Ad esempio i telai e le forcelle dovranno essere sottoposti a dei veri e propri crash-test mentre i sistemi frenanti devono poter garantire precisi spazi di arresto a seconda del modello e delle dimensioni della bicicletta.
Inoltre le ruote “a norma” sono ora riconoscibili in quanto riproducono - in punti visibili e in modo indelebile - il numero della norma europea di riferimento, il nome del fabbricante o del responsabile della distribuzione.
Un esempio di garanzia data da queste norme è relativo allo spazio di arresto di una bicicletta da corsa: se viaggia alla velocità di 25 km/h su terreno asciutto, deve arrestarsi entro i 6 metri, mentre sul bagnato, a una velocità di 16 km/h, lo spazio di frenata dovrà essere massimo di 5 metri.
E oltre a biciclette sicure, per aumentare la nostra sicurezza sulle strade, non dimentichiamo di indossare idonei caschi.
I caschi da bicicletta “a norma” hanno le seguenti caratteristiche:
- sono leggeri, ventilati, facili da mettere/togliere, utilizzabili con gli occhiali, rivestiti internamente con materiali non irritanti;
- non limitano la capacità uditiva;
- l’ampiezza del campo visivo è almeno pari a 105° in orizzontale, 25° verso l’alto nonché 45° verso il basso;
- la larghezza del sottogola è almeno di 1,5 cm per evitare il rischio di taglio e di strangolamento.
Tiziano Menduto
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