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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Valutazione del rischio stress: cosa valutare e dove intervenire
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“PdE” - rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente – dedica tutto il quattordicesimo numero al tema dello stress lavoro correlato e a un unico intervento: “Lo stress da lavoro correlato”, scritto da Antonio Zuliani e Alessia Leonardi.
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Nella prima parte dell'articoloabbiamo presentato la parte dell’intervento in cui si fa riferimento alle normative (ad esempio il Decreto legislativo 81/2008), alle difficoltà nella misurazione dello stress e alla dubbia possibilità di avere un unico strumento di misurazione veramente attendibile.
Inoltre in questa parte dell’intervento si sono cominciati a tracciare i contorni di una metodologia di valutazione dello stress relativamente a due aspetti: gli indicatori di rischio generali, gli indicatori correlati e gli indicatori di stress legati alla percezione soggettiva.
Altri aspetti di cui tener conto nella misurazione dello stress sono:
- i sintomi psicosomatici;
- la presenza di situazioni di stress esterne al lavoro.
Sintomi psicosomatici
I sintomi psicosomatici sono effetti individuali dello stress: la somatizzazione, che ha una genesi multifattoriale, è “uno schema di risposta che la persona attiva di fronte alle sollecitazioni e agli stress della vita che può, addirittura, divenire un modo di vivere”.
Manifestazioni associate a stress possono essere ad esempio:
- stanchezza cronica;
- affaticamento psicofisico associato ai più vari disturbi (cefalea, dolori muscolari, ansia);
- patologie cutanee (eczemi, eruzioni cutanee);
- dispepsie e gastralgie;
- modificazioni del comportamento alimentare;
- tachicardia, extrasistoli e ipertensione arteriosa.
Numerosi studi hanno documentato che il “lavoro a turni può determinare a lungo termine una maggiore prevalenza dì malattie a prevalente genesi psicosomatica, che si manifestano a carico dell'apparato gastroenterico (gastroduodenite, ulcera peptica e alterazioni funzionali del colon), del sistema nervoso centrale (diminuzione della capacità di concentrazione e della memoria, gravi disturbi del sonno e facile irritabilità, sindrome da fatica cronica, disturbi comportamentali fino ad una sindrome ansioso-depressiva) e probabilmente anche di quello cardiocircolatorio (ipertensione e cardiopatia ischemica)”.
Inoltre si segnala come le “turniste donne abbiano più frequentemente irregolarità dei cicli e disturbi mestruali”.
Presenza di situazioni stressanti esterne al luogo di lavoro
Chiaramente – come sottolinea il documento - ogni lavoratore “ha anche una vita privata e non si può pensare che i problemi e le difficoltà dell’una realtà, così come le gioie e le realizzazioni, non abbiano ricadute anche nell’altra”.
Lo abbiamo rilevato anche noi di PuntoSicuro a proposito della genesi di alcuni errori o disattenzioni alla base di incidenti e infortuni sul lavoro.
Le situazioni di stress esterne al luogo di lavoro che devono essere monitorate possono essere diverse, ad esempio:
- problemi di salute o lutti in famiglia;
- separazione, divorzio, allontanamento da casa;
- problemi nell’ambiente sociale (problemi con amici, discriminazioni, difficoltà di inserimento in ambienti nuovi, …);
- problemi abitativi (un alloggio inadeguato, un quartiere pericoloso, problemi con i vicini, …):
- problemi economici (condizione finanziaria inadeguata, supporto assistenziale inadeguato, …);
- “problemi legati all’interazione con il sistema legale/criminalità” (cause legali, essere vittima di un crimine, …).
Il documento di occupa anche in specifico di prevenzione, eliminazione o riduzione dei problemi di stress da lavoro.
È importante “stabilire misure adeguate da adottare con la partecipazione dei dirigenti e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, con gli obiettivi di assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai team di lavoro”, ad esempio:
- favorendo responsabilità e controllo sul lavoro;
- migliorando l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro;
- chiarendo gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore.
In particolare gli autori si soffermano sull’utilità:
- di “una maggior valorizzazione e attenzione al ruolo del singolo con riconoscimenti e promozioni”. Ricordando che una buona resistenza allo stress è spesso “influenzata dall'autoconsiderazione”;
- della “formazione dei dirigenti e dei lavoratori per una migliore consapevolezza e comprensione degli effetti dello stress, delle cause possibili e dei modi per affrontarlo”;
- di una “valida rielaborazione cognitiva” per “ridimensionare l'evento stressante ed evitare
che esso destabilizzi l'omeostasi producendo malattia”.
Sull’intervento originale è infine brevemente presentato un esempio di progetto di lavoro per affrontare compiutamente queste problematiche all’interno delle singole aziende.
Questo progetto è stato predisposto con due percorsi distinti “a seconda che vi sia la volontà di affrontare il tema dello stress lavoro correlato nella sua interezza o si preferisca lavorare per step successivi”.
La rivista è trimestrale e viene inviata gratuitamente vie email. Per abbonarsi è sufficiente compilare il form presente nella pagina del sito:
Tiziano Menduto
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.
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Rispondi Autore: Mario - likes: 0 | 22/04/2010 (22:41) |
Siccome in questo articolo si è parlato anche di stanchezza, approfitto della cosa per parlare di Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), una malattia estremamente invalidante che colpisce in Italia migliaia di persone. La CFS è una patologia estremamente invalidante ed è ancora in gran parte sconosciuta, sia per quanto riguarda le cause che per quanto concerne le cure. Le cure che esistono sono poco efficaci e per lo più mirate a limitare i sintomi più negativi e dolorosi. La maggior parte dei malati di CFS è incapace di avere una vita normale, non è in grado di lavorare, ha una vita sociale forzatamente ridotta (se non proprio annullata del tutto) e passa la maggior parte del proprio tempo in casa per lo più, purtroppo, facendo spola tra letto e divano. Ma la CFS non è soltanto stanchezza e debolezza, ma un insieme di tanti altri sintomi che variano da caso a caso e che comprendono malessere generale, febbre persistente, cefalee, disturbi gastrointestinali, difficoltà di concentrazione, mal di gola, insonnia… e altri ancora. Molto spesso la CFS è accompagnata dalla fibromialgia, cioè da dolori, spesso lancinanti, che ti possono colpire in ogni parte del corpo. La cosa triste, veramente triste di tutto questo quadro, oltre a tutto quello che la malattia di per sé comporta, è che la CFS non viene riconosciuta dal sistema sanitario italiano, diversamente invece da quanto accade in tante altre nazioni del mondo, per cui i malati si trovano ad essere abbandonati a sé stessi, senza lavoro, senza reddito, senza pensione e costretti a sobbarcarsi ingenti spese in cure mediche e visite specialistiche senza nessuna possibilità di risarcimento da parte di nessuno. Per tale ragione, per chi leggerà questo commento, vengo a chiedere un atto di solidarietà, firmando questa petizione virtuale, nella quale si chiede alle istituzioni italiane di riconoscere questa malattia come malattia altamente invalidante al pari di quanto accade per tante altre malattie. Clikkate il link della petizione virtuale, firmate e divulgate..... dobbiamo essere veramente in tanti affinchè questa invalidante patologa possa essere riconosciuta come merita. http://www.firmiamo.it/sindrome-da-stanchezza-cronica-cfs Lascio anhe dei video illustrativi per far compredere meglio i sintomi e la sofferenza che devono sopportare i malati di CFS. http://www.youtube.com/watch?v=ypc14pbi5bE http://www.youtube.com/watch?v=zrKdT8jhDEY http://www.youtube.com/watch?v=T5qMou7HIxE Ringrazio di cuore e a nome di tutti i malati di CFS tutti coloro che firmeranno la petizione. |