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Inail: indicazioni per il rischio biologico nelle attività agro-zootecniche

Inail: indicazioni per il rischio biologico nelle attività agro-zootecniche
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischi da agenti biologici

22/04/2022

L’Inail pubblica un documento sul rischio biologico nelle attività agro-zootecniche. Le difficoltà nella rilevazione e nella prevenzione dei rischi biologici nel settore, le schede informative e le indicazioni della normativa.

Roma, 22 Apr – Riguardo al settore agricolo i dati forniti dall’Inal hanno evidenziato come nei primi 10 mesi del 2021 siano aumentate le denunce degli infortuni sul lavoro (22.766, +1,4%), delle malattie professionali (7.541, +20,8%) e degli infortuni mortali (112, +19,1%).

Le cause che portano a questi dati e a questi incrementi sono molteplici. Ad esempio “le attività vengono svolte utilizzando macchine e attrezzature che in alcuni casi non possiedono i requisiti essenziali di sicurezza; gli ambienti e i processi lavorativi non sono facilmente standardizzabili; l’età media degli agricoltori è spesso elevata, in particolare in aziende a conduzione familiare, l’arruolamento, a volte irregolare, di manodopera poco formata ed addestrata”.

 

Un altro aspetto riguarda anche il tema dell’esposizione agli agenti biologici, non sempre sufficientemente considerato in ambito agricolo, anche se nel settore agro-zootecnico e forestale “sono diversi i fattori che possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie prime utilizzate, il cattivo funzionamento e la manutenzione degli impianti di ventilazione, il microclima, le scarse condizioni igienico-ambientali, il contatto diretto e/o indiretto con fluidi biologici animali, la presenza ed il numero di occupanti”. E questi ultimi fattori di rischio “sono quelli che maggiormente favoriscono la trasmissione di microrganismi al lavoratore”.

 

A ricordare in questi termini i dati sugli infortuni e malattie professionali e a portare l’attenzione sul rischio biologico nel settore agro-zootecnico è un nuovo documento Inail, realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT), dal Dipartimento di medicina epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) e da Inail Ascoli Piceno.

 

 

La nuova pubblicazione “Rischio biologico nelle attività agro-zootecniche” - a cura di Casorri Laura, Chiominto Alessandra, Di Renzi Simona, Ficociello Barbara, Masciarelli Eva, Paba Emilia, Papacchini Maddalena, Tomao Paola – rappresenta un “utile strumento di informazione per la prevenzione del rischio biologico in specifiche attività lavorative svolte dagli operatori del settore agro-zootecnico e un agile supporto didattico per gli studenti delle facoltà di Agraria, Veterinaria, Biologia, Scienze Naturali, Scienze Forestali, ecc. e degli istituti agrari, affinché i futuri lavoratori del settore acquisiscano le competenze per lo svolgimento in sicurezza delle attività lavorative”.

 

Questi gli argomenti trattati nell’articolo di presentazione del documento:


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Le difficoltà nella rilevazione e nella prevenzione dei rischi biologici

Il documento in premessa sottolinea che “oltre alla difficoltà oggettiva nell’individuazione delle precise modalità di contagio da agenti biologici, nella misurazione ambientale dei microrganismi e nella stima di contaminazione microbica relativa a differenti ambiti lavorativi, si osserva spesso la mancanza di un’adeguata opera di prevenzione dai rischi lavorativi, per una serie di motivazioni”. Intanto molte aziende agro-zootecniche “sono a gestione familiare” e questo comporta “la difficoltà di accesso alle risorse, al supporto di figure professionali della prevenzione, ai percorsi di informazione e formazione sui rischi lavorativi e alla realizzazione dei programmi di immunoprofilassi”.

 

Inoltre – continua il documento – “i dati relativi alle malattie professionali denunciate non sono indicativi riguardo il rischio biologico, per diverse cause”. Ad esempio:

  • “il lungo periodo che può intercorrere tra l’esposizione all’agente biologico e la manifestazione della malattia”, lungo periodo che può “interferire, non solo sull’individuazione delle modalità di esposizione ma, in caso di lavoratori per conto terzi, sulla identificazione dell’azienda o del comparto produttivo nei quali si è verificata l’esposizione”.
  • “la difficile identificazione in modo certo del nesso causale tra l’esposizione e la malattia”;
  • “la difficoltà di effettuare una sorveglianza sanitaria standardizzabile rispetto ad altri settori a causa della variabilità delle tipologie produttive, la prevalenza di particolari realtà aziendali (imprese familiari, coltivatori diretti, società agricole semplici), il lavoro stagionale, la presenza di molti lavoratori extracomunitari e il lavoro irregolare”.

 

La normativa, il rischio di esposizione e le schede informative

Proprio in considerazione di queste difficoltà attraverso la collaborazione tra DIT, DIMEILA e Inail Ascoli Piceno è nato il progetto di “redigere delle schede informative sul rischio biologico in agricoltura per promuovere la salvaguardia della propria e della altrui salute nel rispetto della normativa vigente in materia”, il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ( d.lgs. 81/2008 e s.m.i.).

 

Il documento, “facilmente consultabile per la sua struttura sintetica e schematica”, presenta una sezione generale (normativa, soggetti coinvolti, concetti di rischio/pericolo/danno, valutazione del rischio) e una sezione tecnica con indicazioni sulle misure di prevenzione e protezione, con la descrizione delle principali caratteristiche degli agenti biologici più frequentemente riscontrabili nel settore agro-zootecnico e dei loro effetti sulla salute.

Il documento indica che relativamente agli agenti biologici emergenti, “sono stati presi in considerazione anche quelli che, sebbene non ci siano ad oggi evidenze di casi occupazionali ma solo di sanità pubblica (come riportato nei Piani nazionali di sorveglianza del Ministero della Salute in risposta a casi di arbovirosi quali Febbre da virus Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile ed Usutu), possono rappresentare un rischio per i lavoratori che svolgono attività in ambienti esterni”.

 

Riguardo poi alla normativa si ricorda che le misure di prevenzione e protezione da adottare in relazione al rischio di esposizione ad agenti biologici sono disciplinate dal Titolo X “Esposizione ad agenti biologici” (articoli 266-286) del d.lgs. 81/2008.

E si indica che le norme del suddetto titolo “si applicano a tutte le attività lavorative nelle quali vi è un rischio di esposizione ad agenti biologici (art. 266-Campo di applicazione) e più precisamente alle attività con:

  • uso deliberato di agenti biologici: gli agenti biologici vengono volutamente introdotti nel ciclo lavorativo per essere trattati, manipolati o per sfruttarne le proprietà biologiche.
  • esposizione potenziale ad agenti biologici: gli agenti biologici non rappresentano la materia prima/substrato/prodotto del ciclo lavorativo ma la loro presenza, a volte anche in quantità elevate, è occasionalmente possibile”.

 

Si segnala, infine, che le attività in agricoltura e quelle in cui vi è contatto con animali e/o prodotti di origine animale “rientrano a pieno titolo nell’elenco delle attività con esposizione potenziale ad agenti biologici” come riportato nell’allegato XLIV (Elenco esemplificativo di attività lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici) del Testo Unico.

 

L’indice del documento

In conclusione, rimandiamo alla lettura integrale del documento “Rischio biologico nelle attività agro-zootecniche” e ne riportiamo l’indice:

 

SALUTE E SICUREZZA IN AGRICOLTURA

 NORMATIVA DI RIFERIMENTO

 DEFINIZIONE DI AGENTE BIOLOGICO

 VALUTAZIONE DEL RISCHIO

  • VALUTAZIONE
  • GESTIONE
  • INFORMAZIONE E FORMAZIONE

 SALUTE E SICUREZZA SONO UN LAVORO DI SQUADRA

 

RISCHIO BIOLOGICO IN AGRICOLTURA

 

RISCHIO OCCUPAZIONALE DA MALATTIE EMERGENTI

 

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

 PREVENZIONE DELLE ZOONOSI “VETTORE TRASMESSE”

 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI

  • MANI
  • VIE RESPIRATORIE
  • VOLTO E OCCHI
  • CORPO

 

SORVEGLIANZA SANITARIA

 ATTIVITÀ AGRICOLE E POTENZIALI RISCHI BIOLOGICI

  • PIENO CAMPO
  • SERRICOLTURA
  • FUNGHICOLTURA
  • SELVICOLTURA
  • ALLEVAMENTI
  • ACQUACOLTURA
  • APICOLTURA
  • ELICICOLTURA E LOMBRICOLTURA

 

SCHEDE INFORMATIVE SULLE MALATTIE DA AGENTI BIOLOGICI

  • MALATTIE DA BATTERI
  • MALATTIE DA FUNGHI
  • MALATTIE DA VIRUS
  • MALATTIE DA PARASSITI

 

SCHEDE INFORMATIVE SU INSETTI E RETTILI

 

SCHEDE INFORMATIVE SULLE MALATTIE DA AGENTI BIOLOGICI EMERGENTI

  • MALATTIE DA BATTERI
  • MALATTIE DA VIRUS

 

ALLEGATI

 Allegato 1 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI SULLE ZOONOSI

 Allegato 2 RIMOZIONE IN SICUREZZA DEI GUANTI

 Allegato 3 REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO (ALLEGATO IV DEL d.lgs. 81/2008 e s.m.i)

 Allegato 4 RIMOZIONE DELLA ZECCA

 Allegato 5 INSETTI RESPONSABILI DI PUNTURE VELENOSE

 

BIBLIOGRAFIA

RIFERIMENTI ALLE IMMAGINI

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, Dipartimento di medicina epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale, Inail Ascoli Piceno, “ Rischio biologico nelle attività agro-zootecniche”, a cura di Casorri Laura, Ficociello Barbara, Masciarelli Eva, Papacchini Maddalena (Inail DIT) e Chiominto Alessandra, Di Renzi Simona, Paba Emilia, Tomao Paola (Inail, DIMEILA) con la collaborazione di Bomba Giuseppina (Inail Ascoli Piceno), Collana Salute e Sicurezza, edizione 2022 (formato PDF, 9.83 MB).

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Il rischio biologico in ambito agro-zootecnico”.

 

 

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