Imparare dagli errori: ancora sugli infortuni nei depositi e magazzini
Brescia, 21 Mar – Come abbiamo visto in passato, anche attraverso la rubrica “ Imparare dagli errori”, continuano ad essere molti gli infortuni professionali che avvengono in ambienti lavorativi come i depositi e i magazzini.
E non avvengono solo per una mancanza di vie di circolazione sicure, per il rischio di investimento con le macchine operative, ma anche per altri fattori correlati anche all’organizzazione lavorativa e alle procedure di movimentazione, stoccaggio e immagazzinamento.
Torniamo dunque a parlare di incidenti nei depositi e magazzini e segnaliamo che la nostra fonte per le dinamiche e le analisi degli incidenti è costituita dalle schede presenti nella banca dati di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi di infortunio nei depositi e nei magazzini
Il primo caso che presentiamo riguarda l’attività di un lavoratore che opera per conto di una cooperativa di grandi dimensioni presso uno stabilimento di produzione di contrappesi, metallici ed in cemento, per impianti di sollevamento.
La scheda di Infor.mo. segnala che l’attività dei lavoratori della cooperativa è estremamente promiscua rispetto a quella degli addetti della impresa committente. Il contratto (ed il relativo DUVRI) prevede l’affidamento alla cooperativa di una serie di lavorazioni ma di fatto l’attività era estesa alla totalità delle lavorazioni.
In particolare il lavoratore è addetto alla gestione della zona di deposito delle lamiere e gestisce anche il trasporto delle stesse al reparto di produzione. Ed è appunto intento a spostare le lamiere destinate alla successiva lavorazione di taglio a fiamma all'interno del reparto lamiera.
Il lavoratore imbraga il carico e dalla zona di deposito della lamiera, posta all'esterno dei capannoni, comincia il trasporto verso l'interno; nel fare ciò tuttavia scivola su una lamiera depositata appoggiata al fondo del piazzale cadendo su un'altra e procurandosi una forte contusione al ginocchio destro.
La scheda rileva che lo scivolamento “sarebbe stato favorito dal fatto che la lamiera era bagnata a causa della pioggia e particolarmente scivolosa per presenza di un sottile strato di lubrificante; non poteva che passare sopra la lamiera perché il deposito, pur disponendo di ampi spazi, non era strutturato per mantenere un camminamento tra una fila di lamiere e l’altro; all’infortunato era demandata l’organizzazione spaziale del deposito ma egli non aveva nessuna disposizione in merito e non era stato formato né alla gestione del deposito né all’utilizzo del carroponte. L'infortunato indossava le scarpe antinfortunistiche”.
Al di là delle carenze formative e ai problemi organizzativi messi in luce, la scheda evidenzia alcuni fattori causali dell’infortunio:
- “le lamiere erano depositate in modo da impedire il transito dell' operatore del carroponte sul percorso sicuro;
- lamiere depositate nel piazzale con tracce d'olio e bagnate;
- deposito privo di passaggi sicuri”.
Il secondo caso riguarda un infortunio all'interno di un magazzino.
Due lavoratori si trovano presso il magazzino della ditta.
Uno di essi è il caposquadra (operaio specializzato saldatore) che, nell'intento di sistemare dei tubi in acciaio di varie lunghezze e diametri, di propria iniziativa e senza richiedere l'aiuto del collega presente, li sposta manualmente provocando lo scivolamento di un tubo che urta la mano sinistra dell'operaio specializzato, schiacciandola e provocando la frattura della falange ungueale del III dito e contusioni sulla medesima parte anatomica.
Si indica che l'operazione svolta (movimento tubi) pur se saltuaria “rientra nelle mansioni periodiche (sistemazione magazzino) e può essere inquadrata nell'insieme di operazioni contemplate nella 'movimentazione manuale dei carichi', per la quale l'operaio oggetto dell'infortunio era stato formato ed informato sui rischi connessi (indossava peraltro dei guanti a protezione delle mani, adatti [correttamente] ad evitare tagli ed abrasioni, ma che nulla hanno potuto a difesa dai danni riportati dall'infortunato”.
La scheda sottolinea che l'operaio in questione inoltre, “pur potendo disporre dell'ausilio dell'altro collega (avendo facoltà di impartire ordini e disposizioni), eseguiva il lavoro da solo, esponendosi così ad un maggior aggravio con conseguente esposizione ad un più elevato livello di rischio; condizioni queste, non attentamente valutate dall'infortunato, non supportato peraltro da procedure aziendali in merito”.
Il fattore causale segnalato riguarda, dunque, lo spostamento di tubi in acciaio all'interno del magazzino in maniera errata.
La prevenzione dei rischi nei depositi e nei magazzini
Rimandiamo ad altri articoli, in particolare alle puntate della rubrica dedicate ai magazzini e ai depositi, i suggerimenti per la prevenzione in relazione alle vie di circolazione/passaggio o alle prassi di movimentazione dei carichi.
Ci soffermiamo invece oggi su alcune indicazioni generali sui rischi nei depositi contenute in un documento prodotto da un Organismo Paritetico Provinciale e già presentato dal nostro giornale.
Nel documento “ Rischi in deposito”, a cura del Dott. Mauro Scartazza (Consulente Salute Sicurezza e Igiene degli Alimenti), si riporta una classificazione dei principali fattori di rischio in deposito:
- “caduta dall’alto (per utilizzo di scala);
- caduta di materiale dall’alto;
- scivolamenti e cadute a livello;
- urti, colpi, impatti e compressioni;
- movimentazione manuale dei carichi;
- punture, tagli ed abrasioni (alle mani);
- cadute di materiale durante la movimentazione;
- incidenti alla guida del carrello elevatore;
- allergie;
- rumore”.
Sono proposti, in conclusione, anche alcune procedure per ridurre i rischi.
Ad esempio si sottolinea l’importanza di utilizzare un metodo di immagazzinamento idoneo per ogni tipo di materiale:
- “pacchi e casse: si consiglia di non superare l’altezza di 4 metri nell’ accatastamento di pallet e di contenere l’angolo di inclinazione. Usare contenitori ad incastro;
- rulli, fusti e corpi cilindrici: per stoccaggi in orizzontale si possono usare pallet speciali per corpi cilindrici o incasellature con cunei di sicurezza. Per la movimentazione usare attrezzature speciali porta fusti o ribalta-fusti;
- profilati: in verticale usare staffe con chiusure di sicurezza, in orizzontale, rastrelliere o pallet con sponde;
- lamiere, lastre o pannelli: in verticale porle in rastrelliere ben dimensionate (non improvvisate) o su carrelli appositi (mai appoggiate alla parete); in orizzontale con legni distanziatori per agevolare la presa con le forche. Per il sollevamento in orizzontale o in verticale usare le apposite pinze automatiche o semiautomatiche”.
Tiziano Menduto
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 5918 e 8043 (archivio incidenti 2002/2015).
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