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Imparare dagli errori: infortuni professionali nei depositi e magazzini

Imparare dagli errori: infortuni professionali nei depositi e magazzini
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

07/02/2019

Esempi di infortuni professionali avvenuti in attività di magazzino, deposito e centri logistici. I rischi di scivolamento, il controllo improprio del materiale e i rischi con le cataste. La dinamica degli infortuni e i suggerimenti per la prevenzione.

 

Brescia, 7 Feb – Abbiamo già pubblicato in passato diverse puntate della rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto degli infortuni professionali, sui rischi per gli operatori nelle attività di stoccaggio, immagazzinamento, accatastamento e movimentazione che avvengono nei depositi e magazzini. Rischi che non riguardano solo la sicurezza, ma anche la salute, ad esempio con riferimento all’esposizione a fonti di rumore e vibrazioni o al contatto con sostanze pericolose.

 

Per cercare di migliorare le strategie di prevenzione e la tutela della salute e sicurezza degli operatori torniamo dunque a presentare alcuni infortuni avvenuti nei depositi e magazzini con riferimento ai casi raccolti nell’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.


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I casi di infortunio nei magazzini

Il primo caso che presentiamo si sofferma su un infortunio avvenuto nel magazzino di smistamento di posta e piccoli colli gestito da un operatore che ha sub-appaltato le attività di consegna ad una cooperativa di cui l’infortunato era socio-lavoratore.

Il lavoratore ha terminato le consegne del giorno ed ha parcheggiato il mezzo nei pressi della cosiddetta “ribalta”, zona perimetrale del capannone-deposito che presenta uno sbalzo tra pavimento del deposito e piano piazzale esterno inferiore ad un metro.

Lasciato l’automezzo su sta recando a piedi all’interno del capannone ma scivola su un cartone lì posizionato per “nascondere” una piccola pozza di olio alimentare creata dalla rottura di bottiglie di tale liquido. “Non si è riusciti ad individuare chi e quando abbia posizionato il cartone (mascheramento probabilmente avvenuto alcune decine di minuti prima dell’incidente). Si è appurato che non esiste una procedura da seguire in caso di spandimenti di liquidi (o altri materiali) sul pavimento del magazzino, né da parte del gestore del magazzino né da parte della Cooperativa; giornalmente il deposito è comunque oggetto di pulizia da parte di una ditta esterna”.

Nella caduta il lavoratore si è procurato “la frattura scomposta del polso sinistro per una inabilità di 76 giorni. Data la tipologia di scivolamento è dubbio che l’utilizzo di scarpe antinfortunistiche (di cui il lavoratore non era dotato) avrebbe potuto impedire la caduta”.

 

Il fattore causale indicato è dunque la presenza di una “pozza di olio alimentare mascherata da un cartone steso sopra”.

 

Il secondo caso riguarda un infortunio in attività di inventario di colli.

Per “inventariare i colli a magazzino” un lavoratore passa, per mezzo di una scala fissa, sulla sommità dei colli posta a circa 1,5 metri dal pavimento.

Il lavoratore mentre conta i colli percorrendoli in sommità andando a ritroso (all'indietro) pone un piede nel vuoto non potendo vedere dietro di sé che i colli erano terminati (e così anche il piano su cui l'infortunato camminava). In conseguenza di ciò cade all'indietro sul pavimento fratturandosi due vertebre. E, tra le altre cose, si è appurato che l’infortunato “non era l'addetto al magazzino ma l'addetto alla conduzione dell'impianto termico”.

 

Il fattore causale riportato dalla scheda riguarda il “controllo improprio del materiale a magazzino”.

 

Il terzo caso riguarda un infortunio all’interno di un centro logistico per movimentazione da piazzale o da magazzino di merci sfuse, container e materiali vari.

Un lavoratore svolge mansioni di operatore generico e carrellista. Componente di una squadra composta di 4 operatori a terra più un carrellista, sta effettuando operazioni di svuotamento di alcuni container contenenti tronchi.

L’inconveniente che origina l’infortunio si verifica con le seguenti modalità: “inizialmente gli operatori hanno provveduto a sfilare singolarmente le due ‘virate’ (cataste) di tronchi presenti all’interno del container per rimuovere, successivamente, le reggette che li bloccavano, per procedere alla movimentazione dei singoli tronchi”. Per compiere questa operazione l’infortunato si sposta sul lato opposto della catasta di tronchi per poter prendere una cesoia a mano. Durante il tragitto a fianco della catasta uno di questi si muove dalla posizione originaria e cade al suolo andando a colpire ad una gamba l’operatore procurandogli la frattura del malleolo del piede sinistro. Dagli accertamenti effettuati “è emerso che alcune reggette si erano rotte nell’operazione di sfilo dal container anche a causa del contatto con l’altra ‘virata’ di tronchi immagazzinata nel contenitore”.

 

Questi i fattori causali riportati nella scheda:

  • “l'infortunato è transitato sotto la catasta;
  • cedimento reggette del carico nell’operazione di sfilo dal container”.

 

La prevenzione degli infortuni nei depositi e nei magazzini

Per avere alcuni suggerimenti per la prevenzione generale degli infortuni in depositi e magazzini possiamo fare riferimento ad un documento prodotto da un Organismo Paritetico Provinciale e già presentato dal nostro giornale.

 

Nel documento “ Rischi in deposito”, a cura del Dott. Mauro Scartazza (Consulente Salute Sicurezza e Igiene degli Alimenti), si fa riferimento alle attività svolte dagli addetti che operano all’interno dei locali di deposito. Attività che “prevedono il ricevimento dei fornitori con lo scarico della merce, il controllo e smistamento dei prodotti, il deposito in attesa della vendita/spedizione nei locali adibiti a deposito/magazzino, il prelievo del materiale ed eventualmente la creazione dei pallet per le consegne”. Attività che prevedono dunque anche operazioni di carico e scarico con movimentazione manuale dei carichi e/o movimentazione con carrelli elevatori (o transpallet elettrici o manuali), secondo la tipologia e del peso dei prodotti imballati.

 

Il documento oltre a fornire varie prassi e disposizioni per ridurre i rischi degli operatori, a partire dall’utilizzo di idonei metodi di immagazzinamento, presenta alcune misure di prevenzione e procedure di lavoro:

  • “verificare che sia esposto un cartello ben visibile con l’indicazione della portata massima di progetto dei solai ed anche delle eventuali scaffalature in Kg/mq di superficie”;
  • “indicare l’altezza massima ammissibile per le cataste, che deve essere in funzione del carico massimo sopportabile dal pavimento, della sicurezza antiribaltamento e dello spazio necessario in quota per la movimentazione del mezzo di sollevamento;
  • le cataste devono essere innalzate e disfatte da persone addestrate;
  • vietare di salire direttamente sulle cataste ed usare scale o carrelli;
  • porre le cataste dei materiali su pavimento resistente, piano e antisdrucciolevole ed attuare misure atte ad evitarne il ribaltamento (art. 96 del D.lgs. n.81/08);
  • disporre le cataste in modo da non esercitare pressioni in pareti non idonee a sopportare tali sollecitazioni, e non invadere le vie di transito, che devono essere piane, di ampiezza adeguata e contrassegnate con strisce colorate;
  • sistemare il materiale depositato secondo la sua natura ed il suo volume, tenendo conto, nel caso si tratti di materiale combustibile o infiammabile, dei criteri di prevenzione incendi;
  • nel disfacimento delle cataste, procedere con ordine e mantenendo sempre un conveniente angolo di inclinazione;
  • nell'imbracare i carichi, seguire norme di buona tecnica e di sicurezza (per esempio non spostare casse, balle, ecc. fissando ganci od altri organi di presa sui legacci);
  • effettuare una corretta disposizione e garantire un passaggio minimo di 80 cm tra gli scaffali, per consentire una movimentazione agevole e sicura, in riferimento anche alle attrezzature utilizzate;
  • verificare che lungo i percorsi non vi siano sporgenze a nessun livello di altezza, onde impedire urti e inciampi;
  • verificare che nei magazzini e depositi sia rispettata la massima pulizia, l’ordine e la corretta disposizione a prescindere dal tipo di materiale stivato;
  • vietare di fumare mediante l’apposizione di appositi cartelli in posizione di maggiore visibilità;
  • garantire una sufficiente illuminazione delle aree di transito, evitando di formare zone d’ombra e disponendo i corpi illuminanti parallelamente alle scaffalature;
  • le uscite normali e quelle di sicurezza devono essere facilmente visibili, adeguatamente illuminate e sgombre da materiale;
  • verificare la costante efficienza dei dispositivi segnalatori di incendio ed il facile utilizzo dei presidi antincendio, che non deve essere impedito dalla presenza di materiale in giacenza;
  • effettuare la formazione e l’informazione relativa all’uso corretto delle attrezzature;
  • predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al rumore”.

 

Ricordiamo che il documento, che vi invitiamo a visionare integralmente, riporta informazioni anche su altri aspetti (formazione, DPI, sorveglianza sanitaria, …).

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 8035, 5666 e 1453 (archivio incidenti 2002/2015).

 


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